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L’europa degli Stati o l’Europa dei cittadini?

Si è tenuta il 22 novembre, la nostra serata conviviale dedicata all’Europa.
Lunghe sono le radici della nostra storia, che inizia con i padri fondatori, il ruolo di Henry Spaak, che tanto aveva fatto per il sodalizio che avrebbe portato alla creazione dell’attuale Unione Europea.
Il viaggio nel passato ci riporta ai Trattati di Roma del 1957, quando sei paesi reduci dalla seconda guerra mondiale decisero di firmare un documento che avrebbe sancito l’inizio di un’alleanza volta a promuovere il mercato comune.
Sorgono molti interrogativi: come può esistere un mercato comune senza un’unione politica, l’esistenza di leggi armonizzate sulla concorrenza, sulla fiscalità e soprattutto senza una moneta comune?
Si arriva al Trattato di Maastricht, siglato nel 1992 ed entrato in vigore nel 1993, che fa entrare in vigore i ben noti parametri che regolano l’inflazione, il disavanzo di bilancio, il rapporto deficit/pil, a cui gli Stati dovranno attenersi .
E ancora il Trattato di Nizza del 2002, che introduce il concetto di rispetto dei diritti umani, dell’uguaglianza di trattamento e di dignità, la conferenza di Dublino, in cui gli Stati membri stabiliscono le regole di accoglienza dei paesi europei in cui sbarcano gli immigrati.
Si presentano sfide enormi: la concorrenza tra gli Stati, il divario tra Est e Ovest e la fuga delle nostre imprese nei paesi fiscalmente più vantaggiosi e l’immigrazione.
Ma come proteggere il nostro continente da tutto questo?
Molte sfide rimangono ancora da risolvere.
Nel frattempo arriva il Trattato di Lisbona, che conferisce all’Europa più sovranità. Ma non in tutti i campi. In materia di sanità gli Stati sembrano non voler cedere la loro sovranità e preferiscono decidere per se stessi. In altri campi emerge il confronto tra Europa e Stati, come nel caso della Polonia, della Germania e dell’Ungheria.
L’Olanda fa come le pare – emerge da una domanda – per il fatto di avere un sistema fiscale meno oneroso, ci frega tutte le aziende!
Ed ecco arrivare la Direttiva Bolkestein, forgiata sulla realtà dei grandi gruppi e la questione dei terreni del demanio, bene pubblico, frazionato e dato in concessione ai privati come le concessioni per gli stabilimenti balneari.
Dov’è il limite di demarcazione tra Europa degli Stati e quella dei cittadini? – si chiedono molti. Quanto l’Europa odierna rispecchia le esigenze dei cittadini e quanto quelle degli Stati, che sembrano ancora essere concentrati su se stessi?
Stesso quesito ci poniamo anche in materia di covid.
Il dibattito potrebbe continuare all’infinito. Per le risposte… Ai posteri l’ardua sentenza!