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La candidatura dei portici di Bologna alla World Heritage List UNESCO

Si è tenuto tramite piattaforma Zoom il 3 Novembre un imperdibile incontro in interclub con il Rotary Club Bologna. La serata, che ha visto un’importante partecipazione da parte dei soci, è stata introdotta dal Presidente del Rotary Club Bologna, Paolo Ghiacci, che ha introdotto gli interventi. Il primo è stato dedicato a un progetto che ha visto la partecipazione di una decina di giovani a un percorso formativo di pulizia dei graffiti che vengono fatti sui muri dei portici di Bologna. E’ un progetto organizzato con la collaborazione del Rotary che ha anche avuto una valenza sia formativa che educativa nei confronti di giovani che rimediano a spregi e danni fatti da altri giovani. La principale opera di sensibilizzazione che tale progetto si auspica riguarda la crescita di una coscienza civica nei giovani nei confronti della valorizzazione del patrimonio culturale della loro città.
E’ stato poi il turno degli interventi relativamente alla candidatura dei portici di Bologna all’UNESCO. La Vice sindaco, Arch. Valentina Orioli, ha messo in luce l’importanza dei portici come luogo sociale e di riconoscimento della città di Bologna, l’importanza di avere luoghi che fanno parte dei siti iscritti nel registro dell’UNESCO e le possibilità future di sviluppo turistico che questo potrebbe portare. Il progetto è stato esposto in dettaglio dall’ Arch. Federica Legnani che ne ha ripercorso la tempistica. Nato nel 2006, il progetto è stato portato avanti sino al 2019, anno in cui, nel mese di Settembre, la commissione tecnica dell’UNESCO (ICOMOS) ha effettuato il sopralluogo per poi dare il proprio giudizio tecnico da portare all’attenzione del Comitato che dovrà decidere.
Attualmente sono presenti nella lista 1.121 siti suddivisi fra siti architettonici (869), naturalistici (213) misti ed altri. L’Italia è, insieme alla Cina, la nazione che ha più siti in lista (55) e, quindi, l’accettazione della candidatura di Bologna dovrà scontare anche questo aspetto “politico” che sicuramente favorirà altre nazioni che attualmente hanno meno siti iscritti in elenco.
La domanda è stata presentata per fare in modo che i Portici di Bologna non rappresentino un semplice centro storico di una città. Sono presenti, infatti, già molti siti in elenco e ciò limiterebbe le possibilità di accettazione della domanda, ma, per dare un valore maggiore alla richiesta, sono stati scelti 12 portici di epoca diversa dal 1.200 ai giorni nostri per dimostrare che i Portici sono nati sì a Bologna, ma hanno continuato a far parte dell’architettura della città e, anche oggi, continuano a esserne costruiti di nuovi. Un altro aspetto importante è stato metterne in luce l’aspetto sociale, di relazione, di scambi culturali ed economici sia internazionali che multietnici, legati, soprattutto in origine, al mondo universitario. Sarà necessario, poi, in caso di accoglimento della richiesta da parte degli organi competenti, garantirne la tutela e la gestione, aspetti basilari sia per entrare in elenco che continuare poi a farne parte e questi aspetti saranno la vera sfida.
Nel 2020 il comitato non si è riunito, a causa della pandemia, e si riunirà nel 2021, non è previsto un numero minimo/massimo di iscrizioni, come attualmente non si è a conoscenza del giudizio dato dalla commissione tecnica, ma si ritiene di aver fatto l’istruttoria e la richiesta nel miglior modo possibile per mettere in luce l’importanza e l’unicità dei Portici di Bologna.
Interventi e domande al termine dell’illustrazione hanno completato una serata interessante che ha fatto capire ai partecipanti l’importanza dei Portici e l’unicità dell’occasione di riuscire ad essere iscritti alla Word Heritage List UNESCO.